Il team di top manager di una azienda leader nel settore alimentare vive in un clima di conflitti e di fazioni interne. Il General Manager sembra non accorgersene e l’HR decide di lanciare un programma di team counseling.
Nel team di Direzione di cui faccio parte, si vive costantemente nel conflitto. Trovare un accordo è sempre faticoso, spesso ci si attacca dietro le spalle, approfittando della latitanza del General Manager. Alcuni dei Direttori che hanno un maggior peso agiscono del tutto indipendentemente e messi di fronte al problema di mancanza di cooperazione lo minimizzano. Dobbiamo cambiare il modo come operiamo
Il Direttore HR è netto nel dipingere un quadro a tinte fosche, in cui gli interessi individuali e di reparto sembrano prevalere su quelli aziendali. Inoltre ha una visione molto critica della “miopia” e della mancata azione del suo GM.
Un intervista al GM chiarisce che in realtà egli vede bene ciò che accade in Direzione, ma non ha nessuna intenzione di svolgere il ruolo di papà che divide in buoni e cattivi. Li ritiene adulti e capaci di capire cosa è necessario fare per il bene dell’azienda e loro, per cui si limita a gestirli individualmente, un qualcosa che gli è anche comoda per il suo stile direzionale, evitante il conflitto.
Il team di Direzione è dunque in impasse, da una parte si aspetta che il GM intervenga per comporre il conflitto, dall’altro il GM volontariamente non interviene. All’interno c’è chi vive un profondo disagio e chi minimizza e scansa il problema.
Il programma di counseling prevede sessioni mattutine di team e sessioni pomeridiane individuali. I counselor attivano dinamiche che vengono poi discusse in team o individualmente. Le prime sessioni sono le più difficili e le dinamiche si generano sono spesso intense.
Tuttavia il lavoro in uno spazio-tempo protetto permette alle persone di sviluppare consapevolezze sulle proprie dinamiche disfunzionali e assumere su di sé la responsabilità di un agire collettivo “dal momento che” il GM ha le sue caratteristiche aspettative e le persone hanno le loro.
Il gruppo costruisce pian piano una fiducia che porta un diverso modo di muoversi nel quotidiano, caratterizzato da maggiore cooperazione, una gestione dei conflitti costruttiva e momenti di convivialità extra lavoro.
La costruzione di un ambiente e di un tempo protetti, l’assunzione su di sé della responsabilità delle proprie dinamiche e una gestione del counseling che tiene conto delle specificità dell’ambiente lavorativo in cui il gruppo si muove, in modo da integrare il piano relazionale in quello di business, hanno costituito elemento di successo.